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RIFORMA CARTABIA: LE NOVITÀ IN TEMA DI MEDIAZIONE

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La Mediazione è una procedura alternativa alla giustizia ordinaria “svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione della controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa”.

Si tratta di uno strumento che consente di risolvere le controversie civili e commerciali, vertenti su diritti disponibili, in maniera semplice ed efficace.

La mediazione è disciplinata dal D.Lgs. n.28 del 4 marzo 2010 che, nelle materie elencate nell'art.5, prevede l'obbligo, prima di adire la giustizia ordinaria, di esperire un tentativo di mediazione.

Dal 20 Settembre 2013, con il Decreto legge n. 69/2013 del 21 giugno 2013, noto come “Decreto del Fare”, convertito con Legge n. 98 del 9 agosto 2013, sono state introdotte significative modifiche in materia di mediazione. In particolare è stato reintrodotto l'obbligo di esperire il tentativo di mediazione quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale per le seguenti materie: condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto d'azienda, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria, e da diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari.

Le novità introdotte dalla riforma della mediazione possono riassumersi nei seguenti punti:
  • la reintroduzione della condizione di procedibilità per le suindicate materie, che prevede l'obbligo di esperire il tentativo di mediazione. La disposizione rimarrà in vigore per un periodo di quattro anni;
  • il giudice, anche in sede di giudizio di appello, valutata la natura della causa, lo stato dell'istruzione e il comportamento delle parti, può disporre l'esperimento del procedimento di mediazione che diviene condizione di procedibilità della domanda giudiziale anche in sede di giudizio di appello;
  • l'introduzione di un primo incontro (incontro di programmazione) in cui il mediatore chiarisce alle parti la funzione della mediazione e verifica con le stesse la possibilità di procedere con il tentativo di mediazione;
  • l'assistenza obbligatoria degli avvocati, al primo incontro e agli incontri successivi fino al termine della procedura, nelle mediazioni che rientrano nelle materie oggetto della condizione di procedibilità, per cui è prevista comunque la partecipazione delle parti;
  • l'introduzione della competenza territoriale: l'istanza di mediazione deve essere presentata presso l'Organismo nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia;
  • la gratuità del primo incontro in caso di mancato accordo, fatte salve le spese di avvio;
  • la reintroduzione del gratuito patrocinio;
  • la sanzione per la mancata partecipazione senza giustificato motivo di una delle parti al primo incontro di mediazione;
  • l'efficacia esecutiva immediata dell'accordo nel caso in cui le parti siano assistite dagli avvocati, e la possibilità negli altri casi, di ottenere l'efficacia esecutiva con la richiesta di omologa al Presidente del Tribunale;
  • la trascrizione degli accordi che accertano l'usucapione;
  • la previsione dell'iscrizione di diritto degli Avvocati all'albo dei mediatori, se in possesso di un'adeguata preparazione in materia di mediazione, e successiva formazione mediante la partecipazione ai corsi di aggiornamento;
  • la durata complessiva della mediazione non superiore ai 3 mesi.

Va, infine, ricordato che il D. Lgs. 28/2010 prevede che il procedimento di mediazione si svolga presso Organismi iscritti nell’apposito Registro tenuto dal Ministero della Giustizia.


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